CARRARA
L’oro bianco delle Apuane
Risalendo i monti che si ergono attorno a Carrara, è facile comprendere il perché i greci lo chiamarono marmo, ovvero “pietra splendente”. Più ci si allontana dal livello del mare, più lo spettacolo diventa strabiliante: la luce che emana “l’oro bianco delle Apuane” è incredibile.
Uno scenario tanto surreale quanto seducente: pareti bianche a perdita d’occhio brillano di luce propria, abbagliano, creano miraggi, e sorprendono assieme a profonde ed intricate gallerie che raggiungono candidi templi scavati nella montagna.
La magia delle cave si rivela come una visione. Si entra nel cuore della montagna per toccare con mano la materia prima prediletta da artisti come Michelangelo e Canova. In particolare, spettacolare ed esclusiva è la visita ai tre bacini marmiferi delle cave di marmo di Torano, Fantiscritti e Colonnata. Lungo il tracciato dell’ex Ferrovia Marmifera, attraversando i suggestivi ponti di Vara ed addentrandosi all’interno di evocative gallerie scavate nella roccia, i visitatori intraprendono un emozionante viaggio storico e scenico alla scoperta delle cave, da cui sin dall’epoca pre-romanica si estraeva il marmo bianco di Carrara, uno dei marmi più pregiati, famoso e rinomato in tutto il mondo. Artisti internazionali del calibro di Jan Fabre e Maurizio Cattelan salgono quassù, tra le Alpi Apuane, attratti dal fascino della tradizione e soprattutto dalla qualità sopraffina del marmo, il migliore al mondo per la scultura.
Interessante ripercorrere ed apprendere la storia, le gesta, la forza ed il coraggio dei vecchi cavatori, dei tecchiaioli e dei lizzatori che hanno reso grande Carrara quando il Marmo si lavorava e si trasportava interamente a mano. Prima della costruzione delle strade di arroccamento, quindi fino alla metà del XX Secolo, i blocchi venivano trasportati a valle fino al porto di Luni con il pericoloso metodo della lizzatura, percorrendo la via Carraia sopra carri trainati dai buoi (una rievocazione storica della lizzatura viene effettuata nel mese di Agosto).
Tra gli scenari tanto alienanti quanto ammalianti delle cave, quello del bacino di Torano è il più “lunare” data la forte frantumazione di numerose sezioni della montagna. Prende il nome dall’omonimo paese, dove vi erano le celebri cave di marmi statuari che dal Trecento ad oggi hanno dato materia ai sogni dei più grandi artisti. Entrando nel bacino, dopo aver superato il paese di Torano, si palesa ad Ovest il gruppo delle cave di Pescina, mentre sul lato Orientale, vi sono le rinomate cave di Crestola che serrano a ponente il suggestivo imbuto naturale che introduce al bacino di Torano.
Il bacino di Fantiscritti è il cuore dei giacimenti marmiferi Carraresi: si svela all’improvviso non appena vengono superate le pendici del Monte Croce, poco sopra la frazione di Miseglia. Da qui si ha una favolosa visione dei Ponti di Vara, sia durante il giorno, quando l’ambiente circostante raggiunge il suo massimo splendore avvolto dalla luce, sia nella delicata atmosfera della notte, quando la luna rende profonde le ombre tra il soffuso chiarore delle rocce. Qui si incontrano i due storici ponti Ottocenteschi della Ferrovia Marmifera, un’incredibile opera d’ingegneria ferroviaria, la quale collegava i tre bacini marmiferi di Torano, Miseglia e Colonnata attraverso un’audace serie di viadotti, ponti e gallerie. Risalendo si arriva al Poggio di Fantiscritti, dove d’estate hanno luogo suggestivi concerti e spettacoli. Dal piazzale, entrando nella ex galleria ferroviaria, si giunge all’interno della maestosa cava sotterranea della galleria di Ravaccione: un’immensa cattedrale celata all’interno del monte.
Il bacino di Colonnata è il più orientale dei tre bacini Carraresi: risalendo la strada comunale per Colonnata dal Ponte di Ferro, uno dei più antichi della Ferrovia Marmifera (1875), si incontrano numerose segherie, eredi dei primitivi impianti Sei-Settecenteschi per il taglio delle lastre anticamente azionati dalla forza motrice delle acque. Passata Mortarola, sbocco antico delle vecchie vie dei carri si giunge a Bedizzano e si prosegue, in direzione Colonnata. Attraversato un fitto bosco di castagneti si giunge ad un magnifico esempio di cava a pozzo, profonda alcune decine di metri. In questo bacino, sulla sommità del monte, si trova il più grande complesso di cave di tutto il comprensorio Carrarese: le Cave di Gioia. Risalendo a piedi, lungo la strada sterrata, si può ammirare una vista mozzafiato delle Cave di Gioia, con l’incantevole versante Massese delle Apuane sullo sfondo. Proseguendo la passeggiata si potrà godere delle magnifiche vedute sulle vette delle Apuane ed in particolare sulla Tambura, sulla Settecentesca Via Vandelli e sui piccoli paesi inerpicati sulle pendici della valle del Frigido e dall’altro lato una spettacolare quanto insolita vista di Colonnata e del Monte Maggiore.
Le vette delle Alpi Apuane, oltre a raccontare la storia dell’eccellenza Italiana, offrono esperienze interessanti agli amanti del trekking, delle passeggiate e della mountain bike, attraverso un concentrato di bellezze paesaggistiche e parchi naturali straordinari. Inoltre, trovandosi a pochi chilometri dalla costa, dalle cime più alte è possibile ammirare il mare della Versilia, che comprende le più rinomate località balneari della costa Tirrenica come Forte dei Marmi, Lido di Camaiore, Pietrasanta e la sua Marina. Le ampie spiagge attrezzate, i fondali sabbiosi che digradano molto lentamente e la presenza di ampie zone residenziali rendono la costa della Versilia meta ideale per le famiglie. Inoltre, la variegata offerta di locali e ristoranti, da quelli stellati ai bistrot storici, e la presenza di negozi delle più grandi firme la rende perfetta anche per le coppie che desiderano rilassarsi nella tranquillità e familiarità dei luoghi, senza rinunciare alla mondanità.
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