Luce blu e digital devices
Cosa dice la scienza?
Durante questo ultimo anno abbiamo passato molto tempo in lockdown e pertanto la maggior parte della popolazione ha abusato dei dispositivi elettronici. Mi è sembrata quindi utile approfondire gli effetti della luce blu, emessa dai dispositivi elettronici, sul nostro organismo.
La luce blu fa parte dello spettro della luce visibile (non degli UVA e UVB). È una luce ad alta energia e a breve lunghezza d’onda emessa principalmente dal sole.
Tuttavia, ne riceviamo una dose significativa da computer, smartphone e altri dispositivi digitali.
La luce blu ha un ruolo critico nel mantenere una buona salute, poiché regola il ritmo circadiano (ad esempio il ritmo sonno-veglia) del nostro corpo e sembra giocare un ruolo importante sull’umore, la memoria e le funzioni cognitive.
Tuttavia, la luce blu ha effetti anche negativi sul nostro organismo, in particolare sugli occhi e sulla pelle.
Da studi scientifici recentemente pubblicati è stato dimostrato che una lunga esposizione alla luce blu emessa dai dispositivi elettronici contribuisca ad affaticare la vista e aumenti l’incidenza di cataratte e glaucoma e altre patologie in ambito oculistico.
Per quanto riguarda gli effetti della luce blu emessa dai dispositivi elettronici sulla nostra pelle, gli studi ad oggi sembrano suggerire che stimoli una iperproduzione di melanina causando iperpigmentazioni ed in particolare melasma, e che induca la formazione di radicali liberi, accelerando la degradazione di collagene ed elastina e quindi accelerando il processo di photoaging. Questi effetti, tuttavia, non sono immediati, ma si notano nel tempo perché gli effetti nocivi della luce blu sono cumulativi. Tuttavia, sono necessari studi più approfonditi per poter trarre conclusioni solide.
Per cercare di ovviare a questi problemi causati dalla luce blu, visto che la maggior parte delle persone non diminuiranno la quantità di tempo passata davanti a dispositivi elettronici, dermatologi ed oftalmologi suggeriscono di:
- tenere gli schermi ad almeno 30 cm di distanza e fare pause frequenti
- usare creme solari che proteggano non solo da raggi UVA e UVB ma anche dalla luce visibile.
Ricapitolando: Sappiamo che la luce blu può causare danni alla pelle e agli occhi; se dobbiamo davvero preoccuparci o meno dei nostri dispositivi digitali (rispetto alla luce blu emessa dal sole) è ancora in discussione.
Manuela Gabbai
Co-Founder di Kivu Skincare
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