L’estate del Problem Solving
In questi due anni di Scuola si è dibattuto molto sulla ripresa tradizionale delle lezioni e dei programmi, insieme a questi i compiti e le attività di potenziamento da fare nei periodi di vacanza. La DAD si è portata appresso difficoltà di apprendimento di ogni sorta, dalla difficoltà nel concentrarsi al disorientamento specialmente per coloro che cambiavano ordine e grado scolastico, le lacune sia didattiche che sociali sono importanti e ci vorrà molto tempo per sanarle.
Un aspetto che può aiutare a recuperare le varie mancanze accumulate in questi oltre due anni di pandemia è affrontare le varie materie attraverso il problem solving. Viene applicato trasversalmente in tantissimi ambiti di studio e di lavoro, nello specifico, a scuola prevede la somministrazione di un caso da risolvere o di un problema non organizzato né strutturato e l’obiettivo è quello di far individuare le informazioni utili alla ricerca di una o più soluzioni.
La tecnica del problem solving può essere applicata a tutti i livelli scolastici, modulata per età e competenze degli studenti. Vengono messe in atto processi cognitivi per la risoluzione del quesito in senso positivo ed efficace. Questo genere di ‘allenamento didattico’ costruisce la strada allo sviluppo di competenze logiche e favorisce il pensiero creativo. Inserire attività di problem solving all’interno delle realtà scolastiche, ma soprattutto extrascolastiche come quelle di tutoring, ad esempio, aiuta nello svolgimento dei compiti e nelle attività della vita quotidiana di bambini e ragazzi. Significa applicare il reale, quanto accade ogni giorno, insegnandoli a trovare soluzione ai problemi che si presentano.
Si può cominciare con questa semplice struttura: Comprensione – definizione del problema, Previsione – alternative al quesito posto, Pianificazione – sviluppo di una soluzione favorevole; Valutazione – risoluzione del problema…a questo punto il problema è risolto!
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