VALLE D’AOSTA
il Tesoro Celato tra le
Vette del Paradiso
Lì, dove le più alte vette Alpine delineano i confini delle terre del Tricolore da quelle Franco-Svizzere, tra fitte foreste di larici ed abeti rossi, sconfinate praterie montane, aspre pareti rocciose e candidi ghiacciai, si cela un antico scrigno ricco di tesori.
Su una superficie che si estende per oltre 720 chilometri quadrati, dagli 800 metri del fondovalle ai 4.061 metri della vetta del Gran Paradiso, viene protetto e tutelato un tesoro ambientale di inestimabile ricchezza. In passato riserva di caccia della famiglia Savoia, dal 1922 istituito a Riserva Nazionale e da allora area protetta, il Parco del Gran Paradiso racchiude e tutela una vastissima e ricchissima fauna, che sopravvive e prolifera grazie al perfetto equilibrio del suo ecosistema e grazie alle iniziative di salvaguardia ambientale attuate dall’Ente Parco.
I boschi di fondovalle, caratterizzati da larici, abeti rossi e bianchi e pini cembri, ricoprono poco meno del 20% della superficie totale del Parco, ed oltre ad essere fondamentali per la sopravvivenza delle specie animali che abitano il parco, sono importanti per la salvaguardia del territorio perché in grado di contrastare il dissesto idrogeologico dell’area limitando fenomeni come frane ed esondazioni.
Regno indiscusso di camosci, marmotte, maestose aquile reali e di una flora varia e protetta, il Parco del Gran Paradiso è conosciuto soprattutto per quello che è diventato il simbolo del Parco stesso: lo stambecco. È infatti grazie all’istituzione del Parco Nazionale del Gran Paradiso, ed alle sue attività di tutela, se oggi possiamo ancora ammirare tra le alture Italiane lo stambecco alpino, il quale tra il XVIII ed il XIX Secolo aveva rischiato la totale estinzione. Quando si credevano ormai estinti, ne venne trovato sul massiccio del Gran Paradiso un piccolo gruppo e, grazie ad operazioni di protezione e di reintroduzione, da questi venne data origine agli individui che si trovano attualmente sulle Alpi. Il fatto però che gli stambecchi oggi viventi derivino tutti dallo stesso gene li rende esemplari fragili a rischio di estinzione. Per questo motivo vengono dedicati a loro diversi progetti di ricerca e conservazione.
Lo stambecco non è però l’unica specie alla quale il Parco pone particolare attenzione e protezione. Grazie a progetti di reintroduzione, negli ultimi anni l’area protetta ha visto un incremento delle specie animali con il ritorno del lupo, importante elemento stabilizzante per l’ecosistema, e con la straordinaria ricomparsa del gipeto, grande avvoltoio che si era estinto agli inizi del ‘900 ed è tornato a nidificare in Valle di Cogne, nel versante Valdostano del Parco Nazionale Gran Paradiso. La scelta di questo territorio come luogo di nidificazione non è stata casuale: il Parco infatti è territorio ideale grazie all’abbondanza di cibo (fauna selvatica), alla speciale conformazione delle pareti rocciose ed in particolare grazie alla tranquillità che può trovare solo qui dove sono vietati i sorvoli con elicottero o altri mezzi e dove il disturbo umano è ridotto.
L’importante lavoro di salvaguardia dei tesori del Parco ha dimostrato di essere in grado di proteggere la complessità ambientale ed animale dei diversi siti e ha reso possibile quello che solo trent’anni fa sembrava impensabile: il ritorno dei grandi predatori di cielo e terra. A conferma dell’eccellente operato dell’Ente, nel 2014 , il Parco Nazionale del Gran Paradiso è entrato a far parte della Green List delle aree protette, certificazione mondiale che riconosce efficacia ed equità nella gestione dei parchi.
fonte: www.pngp.it
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Sara Storer
Travel Storyteller
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